Quando si parla dei pirati all’Asinara bisogna sottolineare che non abbiamo delle certezze storiche a riguardo; quindi, è sempre meglio iniziare il racconto sul pirata Barba Rossa con “si dice che” oppure “la leggenda narra che”. Sicuramente c’è stata la presenza di pirati, come in tutto il Mediterraneo, ed è probabile che siano stati sull’isola dell’Asinara per un bel po' di tempo e poi vennero scacciati.
Gli studi archeologici sono così indietro che ancora non è stato chiarito se il Castellaccio venne fatto costruire dal pirata Barba Rossa, come non è stato ancora determinato quando venne costruito l’edificio. Ci sono diverse scuole di pensiero a riguardo, almeno tre filoni da seguire, ma purtroppo sino a quando non verranno fatti degli scavi archeologici adeguati in quelle aree, non si potranno determinare né le date né la presenza di certi personaggi che hanno contribuito a fare la storia dell’isola dell’Asinara. Bisogna comunque rimarcare l’importanza degli studi fatti sull’isola dall’Università di Sassari, che a breve pubblicherà degli studi riguardanti proprio questi temi.
Chissà perché il destino di quest’isola è stato così cruento a volte, con tanto di pirati che vi soggiornarono per saccheggiare le navi di passaggio o per fare incursioni saltuarie a Porto Torres, l’unico centro abitato su chilometri di costa vergine. Il pirata si chiamava Barba Rossa e rimangono i resti di un castello, anzi un Castellaccio, che ancora dev’essere studiato e scavato da studiosi e archeologi. Non ci sono delle certezze su questo personaggio, si dice che sia stato un’importante esponente di una importante famiglia turcomanna con istanza ad Algeri e da lì partiva per tutto il Mediterraneo a fare scorrerie. Il canale d’acqua compreso tra l’Asinara e l’isola Piana è un passaggio obbligatorio per chi voglia attraversare il Golfo dell’Asinara e la roccaforte occupata dai pirati era il luogo ideale per chi avesse voluto controllare il flusso navale di quella zona.
Si dice che le incursioni a terra venivano fatte anche per rapire le persone, renderle schiave e redistribuirle nel Mediterraneo. A volte quando passavano determinati navigli, i pirati riuscivano a confonderne la navigazione e a far incagliare vicino alla costa le imbarcazioni che venivano poi depredate più facilmente di beni e di uomini.
La posizione strategica dell’isola dell’Asinara era troppo importante per lasciarla in mano a dei criminali, così, con un probabile intervento delle istituzioni dell’epoca, i pirati vennero scacciati e di loro rimane solo una leggenda da raccontare sia ai più piccoli che ai più grandi.
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